Negli ultimi anni si sta parlando molto di microbiota e, essendo considerato dalla comunità scientifica alla stregua di un organo, anche del suo trapianto.
L’utilizzo di microrganismi per curare alcuni disturbi è noto sin dall’antichità nella medicina cinese, da cui noi abbiamo imparato molto, e proprio per questo migliorare e modernizzare l’uso del microbiota nelle terapie mediche è molto importante.
È stato recentemente dimostrato, e soprattutto già approvato, che il trapianto di microbiota è efficace nel trattamento di infezioni ricorrenti da Clostridium Difficile, inoltre sono in corso trials clinici per il suo utilizzo in malattie come la colite ulcerosa refrattaria, il morbo di Chron, sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Per pazienti con tali e debilitanti malattie croniche l’idea del trapianto di microbiota è già ampiamente accettata, soprattutto alla luce dei risultati pubblicati: il 75% dei pazienti inclusi nei trials clinici sono favorevoli ad un secondo trapianto, e quasi il 90% dei pazienti consiglia questo trattamento a chi soffre della loro stessa patologia per il miglioramento delle condizioni di vita.
Nonostante siano ormai diversi anni che il trapianto di microbiota si dimostra più efficace del semplice trattamento con probiotici, è ancora percepito come qualcosa che riguarda solo l’apparato gastro-intestinale. Dal 2017 ad oggi, invece, sono stati fatti molti studi sul trapianto di microbiota in altri distretti del corpo, come l’apparato riproduttore ed urinario e la cute.
Infine la modulazione del microbiota intestinale sta dando ottimi risultati anche in campo oncologico, uno studio del 2018 infatti ha dimostrato come il trapianto di microbiota sia stato un elemento chiave nell’aumentare l’efficacia dell’immuno-terapia contro il tumore della pelle.
Il nostro microbiota è un potente alleato per la nostra salute, e la medicina moderna è in grado ormai di sfruttarne le potenzialità per la cura di alcune malattie fortemente debilitanti per chi ne soffre, garantendo un risultato ormai ampiamente dimostrato e una bassa invasività della terapia, infatti il trapianto di microbiota in alcuni casi può essere effettuato attraverso la semplice ingestione di una capsula, per altri disturbi invece è necessario inocularlo in loco.
Biobliografia
Zhang F et al. Protein Cell. 2018 May;9(5):462-473
